Diritti acquisiti, debito pubblico ed impegno dei giovani

Mi scrive un giovane, brillante cittadino figlio di una dipendente amministrativa della Regione Campania operante presso la Comunità Montana del Matese:

“- quali le iniziative della Regione volte ad assicurare gli emolumenti a lavoratori che quotidianamente si alzano dai loro letti ed escono dalle loro case per offrire il loro contributo alla causa dello Stato,della Regione e del nostro territorio?
- perchè questa totale indifferenza anche da parte delle forze politiche locali, sia di maggioranza che di opposizione, nel salvaguardare non carrozzoni politici (che potrebbero essere aboliti), ma il futuro occupazionale di dipendenti pubblici assunti con legge dello Stato, che oggi sono lasciati soli in balia degli eventi di volta in volta decisi a S. Lucia?
- che fine ha fatto la politica intesa come salvaguardia di diritti e interessi del territorio?
- qual'è la colpa di questi lavoratori (al pari di dipendenti comunali, regionali o provinciali) che oggi, con un'anzianità media di 55 anni, vedono alle porte lo spettro della mobilità?
Queste sono alcune domande che mi pongo, come figlio di una di questi pubblici dipendenti che da mesi ormai non percepiscono con regolarità le proprie spettanze.
Poi da economista mi faccio un ulteriore domanda alla quale spero che Lei, da politico conclamato, possa dare risposta: come si può a livello nazionale e regionale effettuare dei tagli (così come fatto dal nostro"caro" min. Calderoli), così come da legge finanziaria 2010 (ritenuta per questo incostituzionale da parte della Corte Costituzionale), con la quale si elimina definitivamente il fondo per i dipendenti amministrativi delle comunità montane ritenute enti inutili, senza tenere in considerazione prima della forza lavoro presente in queste amministrazioni? Non sarebbe stato meglio porsi il problema a monte invece di demandare qualsiasi soluzione a livello regionale, vista la situazione finanziaria delle regioni italiane, alle quali oggi si somma il drastico taglio delle risorse da parte dello Stato?
Inoltre sono d’accordo per l'eliminazione delle province, ma i dipendenti (veramente numerosi, rispetto ai 600 amministrativi delle comunità montane in tutta la Campania ) che fine faranno, chi pagherà le loro spettanze?”

Ecco cosa gli ho risposto:

Buongiorno. Innanzitutto ti ringrazio per avermi scritto. Le tue sollecitazioni sono stimolanti e impegnative allo stesso tempo. Proverò ad illustrarti il mio pensiero. La situazione economica del nostro Paese impone una drastica riduzione della spesa pubblica. Questo concetto è ormai abbastanza condiviso. Sul come realizzarla vi sono diversità di opinioni e di deliberazioni. Secondo il Governo in carica si deve realizzare soprattutto a discapito dell’istruzione(tanti precari, soprattutto Meridionali, hanno visto scomparire posto di lavoro e aspettative di inserimento in organico, della ricerca (i nostri giovani migliori non trovano spazio e opportunità e sono costretti ad andare all’estero per poter estrinsecare le proprie competenze), delle pensioni e degli Enti Locali (Comuni, Regioni, Province). Tagliare risorse agli Enti Locali significa meno welfare (salute, asili nido, servizi alla comunità e alle fasce deboli in particolare), meno formazione professionale, meno protezione civile ed ambientale.

Secondo me (e secondo Italia dei Valori) i tagli della spesa pubblica devono necessariamente partire da un serio contenimento dei costi della politica e dei privilegi che la politica assicura a suoi protagonisti. Un tale contenimento (abolizione o drastica riduzione del finanziamento pubblico ai giornali di partito e ai partiti stessi, dei vitalizi degli onorevoli nazionali e regionali, dei doppi incarichi, delle consulenze a iosa, delle partecipate, del numero dei Parlamentari ecc.), oltre a produrre consistenti risparmi, farebbe ritenere meno insopportabili i sacrifici ai comuni cittadini ai quali si chiede sempre di più di stringere la cinghia.

Ridurre la spesa pubblica significa, poi e non solo, fare anche una attenta disamina (ovviamente in chiave prospettica e facendo salvo i diritti acquisiti) della spesa corrente in termini di Enti e personale. Vale a dire che lo Stato può e deve farsi carico degli Enti ad alto tasso di produttività e dei lavoratori necessari al perseguimento di servizi e funzioni ben definite. In sostanza non possiamo più permetterci carrozzoni politici buoni solo per la vecchia politica clientelare dove si inventano posti di lavoro inesistenti per raccattare consenso. Poiché questo è successo a iosa negli anni precedenti, ahimè soprattutto al Meridione, ahimè soprattutto nelle Province e nelle Comunità Montane, fare salvi i diritti acquisiti significa anche togliere ogni speranza ad un giovane di poter accedere alla pubblica amministrazione per decenni.

Vedi, caro elettore, è giusto ed apprezzabile che tu ti preoccupi delle giuste rivendicazioni di tua madre. Ella, nella peggiore delle ipotesi, credo rischi la mobilità tra Enti. Alla pari di tanti insegnanti perdenti cattedra o dei medici ospedalieri degli ospedali in dismissione che vengono trasferiti d’ufficio in provincia di Caserta. Essendo vincitrice di pubblico concorso e dipendente a tempo indeterminato non può essere certamente licenziata.

In ogni caso io, tua mamma e la nostra generazione tutta dobbiamo ritenerci dei privilegiati per aver avuto accesso ad un posto di lavoro in tempi congrui e per aver maturato aspettative di pensionamento dignitoso. Il nostro vero problema siete voi, i nostri figli. Il nostro egoismo, la nostra disaffezione per le vicende pubbliche, la nostra delega concessa ad una classe politica inetta e spesso indecorosa, ha fatto si che venisse gettata una ipoteca sul vostro futuro e abusato delle vostre speranze attraverso un indebitamento pubblico che in definitiva non è altro che un indebitamento delle singole famiglie. Poiché il mercato globale punisce il debito pubblico le conseguenze di questa spesa dissennata delle pregresse generazioni e dell’indecente classe politica a cui abbiamo permesso di tutto e di più la pagherete soprattutto voi giovani. Questo è il motivo per cui io sollecito voi giovani, i miei figli e i ragazzi come te che hanno capacità, competenza e passione all’impegno pubblico e politico in prima persona. Non attendetevi alcuna concessione da generazioni che hanno già dimostrato egoismo e incompetenza. Diventate protagonisti del vostro futuro, a cominciare dall’impegno nelle pubbliche amministrazioni.

Emilio Iannotta

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