Si è prima uomini, poi clandestini

Saluto con soddisfazione la decisa e netta presa di posizione del Presidente della Camera On. Fini, che ha inteso pubblicamente prendere le distanze dalla norma voluta nel pacchetto sicurezza dalla lega Nord, già approvato in Senato, che impone ai medici di denunciare i pazienti non regolari.

Nella medesima direzione vanno gli accorati appelli di tutte le sigle sindacali dei medici.

Faccio osservare che se diventa legge la norma di cui sopra i camici bianchi dipendenti da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn avranno l'obbligo, e non la possibilità, di denunciare i clandestini che si rivolgono per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio, essendo la clandestinità diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l'obbligatorietà della denuncia non è solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanità pubblica quando è nell'esercizio delle sue funzioni. Da considerare che non sarebbe nemmeno ipotizzabile per i medici il ricorso all'obiezione di coscienza, in quanto si può ricorrere a questa prerogativa solo nei casi in cui è espressamente prevista dalla legge, come ad esempio nel caso dell'interruzione volontaria di gravidanza. Ritengo che la norma in questione presenti inoltre un evidente profilo di incostituzionalità, per contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la "Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".

E' facile prevedere che a fronte del rischio concreto di essere denunciati alle autorità giudiziarie, gran parte dei cittadini extracomunitari sarebbero costretti, in caso di necessità, a ricorrere a un sistema sanitario non ufficiale, privo di regole e controlli, generando situazioni di pericolo non solo per se stessi ma per la salute collettiva. Basti pensare al mancato monitoraggio delle malattie infettive, all’abbandono delle pratiche vaccinali, ai rischi legati a gravidanze non monitorate o a parti in case fatiscenti.

Confido, anche alla luce dell’autorevole intervento del Presidente Fini, che questa immorale e pericolosa norma venga ritirata e che la tutela della salute, senza alcun distinguo di razza, religione, ceto sociale o che dir si voglia, possa continuare ad essere un caposaldo fermo ed irrinunciabile per un sistema sanitario che si professa equo, solidale ed universale. Perché, è bene sempre ricordarlo, si è prima uomini e poi clandestini.

Faccio rilevare che il fenomeno dell’immigrazione e la clandestinità sono ormai diffusi anche nel territorio dell’Alto Casertano. Che vi è già oggi una recrudescenza della tubercolosi e i casi di meningite non sono ormai più un evento eccezionale. Andrebbero semmai potenziati la sorveglianza sanitaria, l’efficienza dei servizi vaccinali, l’offerta attiva e gratuita dei vaccini disponibili.

Emilio Iannotta


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Comments

2 Responses to "Si è prima uomini, poi clandestini"

Giuseppe Monaco ha detto... 15 marzo 2009 alle ore 08:43

Sono daccordissimo anche io con il Presidente Fini. Non si può negare una cura solo perchè per una legge si è clandestini.. Lo trovo orrendo.

Andrea De Luca ha detto... 15 marzo 2009 alle ore 17:33

anche io lo trovo orrendo!

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