Caro Presidente,
chi Le scrive è un
cittadino qualunque, uno dei tanti che vive con preoccupazione questo momento
denso di incertezze per il futuro dell’Italia e i nostri figli. Uno dei tanti
che hanno ritenuto il Suo operato, nell’esercizio del Suo altissimo mandato, equilibrato,
incisivo e puntuale.
Le scrivo dal profondo del
cuore per manifestarLe le perplessità e il senso i vuoto determinato in me
dalla Sua determinazione di sollevare un conflitto di attribuzione presso
l’Alta Corte Costituzionale con la Procura di Palermo a riguardo dell’utilizzo
delle intercettazioni indirette che riguardano la Sua persona e l’Istituzione
da Lei degnamente rappresentata.
Capisco, caro Presidente,
la necessità di difendere le prerogative istituzionali del Capo dello Stato ma,
d’altra parte, come non tenere in adeguata importanza il sacrificio per il
Paese e per la Giustizia dei magistrati della Procura di Palermo e delle loro
scorte? Come dimenticare che ancor oggi in Sicilia la mafia impera, in Campania
la camorra detta legge e che la drangheta controlla ormai non solo la Calabria
ma l'economia milanese?
Non ha pensato, caro
Presidente, quale significato, anche simbolico, avrebbe avuto la Sua decisione
di promuovere un conflitto istituzionale con la Procura di Palermo? Non c'è
peggiore sentimento per un Magistrato di frontiera che sentirsi abbandonato o
addirittura ostacolato dallo Stato nella ricerca della verità.
Caro Presidente
Napolitano, non c'è ragion di Stato che tenga! Oggi la difesa delle prerogative
istituzionali e i formalismi giuridici dovrebbero, credo, lasciar il passo alla
necessità di cementare il Paese in una comune lotta alla criminalità
organizzata grazie anche ad una nuova, diffusa e condivisa cultura della nostra
società che sappia coniugare legalità, meritocrazia e solidarietà.
Di questi
improcrastinabili processi storici io mi sarei aspettato che, ancora una volta,
Ella sarebbe stato promotore e primo testimone e mai e poi mai avrei immaginato
che avrebbe innescato un conflitto tra Istituzioni in un momento storico quale
adesso viviamo dove solo un Paese unito e coeso intorno alla sua memoria storica
e ai suoi eroici servitori può affrontare insieme questa terribile fase
economica.
Con rispetto e stima.
Dott. Emilio Iannotta
0 Responses to "LETTERA APERTA-APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ON. GIORGO NAPOLITANO"
Posta un commento