Pubblico la mozione per il congresso nazionale presentata all’assemblea regionale dei delegati della Campania e approvata all’ unanimità dai 180 delegati presenti il 21/1/2010 all'hotel Horiente. In essa viene rilanciato il progetto ulivista tanto caro a Romano Prodi e ad Arturo Parisi. Per me, che ho cominciato a fare politica con il movimento per l'Ulivo, è stato facile ritrovarmi nella mozione a sostenerla nel mio intervento.
Emilio Iannotta
Questo Congresso straordinario di “Italia dei Valori” si celebra in un momento particolarmente difficile per l’Italia. Gli effetti devastanti della recessione continuano a colpire pesantemente tutti gli strati della popolazione e, in misura più accentuata, i ceti più deboli e i lavoratori. Il governo sparge ottimismo a piene mani ma non fa nulla per alleviare le conseguenze della crisi, sia perché manca di un progetto di sviluppo, sia perché ha sperperato le risorse disponibili in misure clientelari e in mance elettorali, il cui ritorno in termini economici è sostanzialmente pari a zero.L’opposizione non ha ancora trovato né un leader, né una visione strategica che riempiano il vuoto lasciato dal ritiro di Romano Prodi ed il PD si perde in tatticismi e in politicismi che non propongono soluzioni adeguate alla gravità dei problemi del Paese e non incontrano il consenso degli elettori.
In questo contesto, il nostro partito ha un ruolo cruciale ed è determinante per l’evoluzione della situazione politica. Italia dei Valori, grazie alla autorevolezza del Presidente Di Pietro e al lavoro assiduo e oscuro di tanti dirigenti che si impegnano sul territorio in modo disinteressato al servizio delle comunità locali, è diventato un grande partito dal quale non può prescindere chiunque voglia, in modo non velleitario, costruire l’alternativa al Governo Berlusconi.Questa constatazione ci riempie di orgoglio, soprattutto se guardiamo al cammino percorso in pochi anni, partendo da una situazione di marginalità che rendeva difficile perfino diffondere le nostre idee e farle giungere agli elettori e ai cittadini. Ma questa nuova situazione accresce le nostre responsabilità e deve indurci a fare un salto di qualità nell’azione politica, nella struttura organizzativa, nella elaborazione culturale e nella capacità di trasformare in proposta di governo in tutte le sedi istituzionali quei valori che sono nel nostro DNA: la politica come servizio, la legalità, la difesa dei più deboli, la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente e dei lavoratori. Pertanto, è necessario che il partito si dia una strategia coerente con gli obiettivi che vuole raggiungere. I principi che Italia dei Valori persegue, se realizzati, porterebbero cambiamenti strutturali non solo nella politica e nella economia ma anche nella società. E, proprio per la loro portata dirompente, possono essere conseguiti solo se diventano patrimonio comune di un ampio arco di forze politiche e sociali e, in primo luogo, di tutta l’opposizione. È imprescindibile, quindi, ricercare e valorizzare i motivi di solidarietà con tutte le formazioni politiche e con tutte le rappresentanze della società civile che si riconoscono nelle nostre battaglie contro il governo e contro le scandalose politiche che questo Esecutivo sta portando avanti. In tale contesto è doveroso esplorare i percorsi per ridefinire in termini più costruttivi il rapporto con il Partito Democratico, inflessibili sui principi ma duttili nelle modalità di approccio e di esternazione. Ed è non rinviabile una iniziativa forte che dia a tutti i cittadini la dimostrazione plastica della abnegazione e dello spirito di servizio con cui i dirigenti e i militanti del nostro partito si dedicano alla politica in un chiaro quadro BIPOLARE, che nella mente degli italiani è molto più avanti di quanto le forze politiche stesse comprendano. In questo spirito il Congresso manifesta la disponibilità di Italia dei Valori a sciogliersi e chiede, nel contempo, un gesto analogo a tutti i partiti del centro sinistra, a cominciare dal Partito Democratico, per dare vita a un nuova formazione che unisca tutti gli italiani onesti, desiderosi di costruire insieme a noi un Paese più libero e più giusto, in cui i diritti fondamentali - alla sicurezza, al lavoro, a una esistenza libera e dignitosa, alla manifestazione del pensiero, alla libertà di coscienza e di religione, all’istruzione pubblica e gratuita e all’elevazione sociale ed economica - e le libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale e dalle Convenzioni internazionali non siano vuote declamazioni o petizioni di principio ma diritti soggettivi, forniti di esigibilità sul piano giuridico. Oggi che molti di questi diritti, in passato considerati acquisiti, sono in pericolo, a cominciare dalla partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso l’elezione dei parlamentari, oggi che si parla, addirittura, anche da parte di politici moderati, di un nuovo CLN per salvare la democrazia, solo un gesto di rottura che dia l’avvio a un grande progetto politico può invertire la tendenza e riportare sulla via della libertà e del progresso l’evoluzione delle istituzioni repubblicane. Il momento è molto più grave di quanto l’informazione soporifera della televisione normalizzata lasci immaginare Il Congresso, con un gesto di grande generosità verso i militanti e verso tutti gli Italiani, dichiara la disponibilità di Italia dei Valori ad avviare un percorso che porti alla confluenza in un nuovo Rassemblement più grande, più forte e più rappresentativo insieme con tutti i partiti, i movimenti, le associazioni e le aggregazioni spontanee di cittadini che condividano gli ideali culturali, politici e sociali che il nostro partito persegue fin dalla sua costituzione. Ovviamente, il processo costituente della nuova formazione che dovrebbe nascere deve essere tale da salvaguardare e, anzi, da rafforzare le nostre idealità, in quanto deve essere chiaro che Italia dei Valori può rinunciare alle strutture della forma partito, ma non ai propri valori. A tal fine, il percorso di traghettamento dovrà garantire che il nuovo soggetto politico abbia una linea compatibile con le radici culturali e ideali di IDV, così come, ovviamente, con quelle del Partito Democratico. Cosa non difficile perché i punti di convergenza fra i nostri partiti sono molteplici e sono molto più diffusi nella base che negli organismi dirigenti. Perciò sarà sufficiente, per assicurare il successo dell’operazione, stabilire la prevalenza delle idee sulle tessere, dei programmi sulle cordate, delle competenze sulle appartenenze, degli elettori sugli iscritti. Il Congresso di Italia dei Valori propone l’avvio immediato di una fase costituente, articolata anche con iniziative sul territorio, che porti alla nascita di una Federazione, alla quale, in un arco temporale da definire - compatibile con gli obiettivi di alto profilo, ma di altrettanto elevate difficoltà che ci proponiamo di realizzare – vengano trasferite aree decisionali sempre più consistenti da parte dei partiti fondatori. Con l’intesa che il nuovo soggetto dovrà qualificarsi per l’iniziativa politica e non per l’esercizio burocratico del potere, per la capacità di rappresentare e di rispondere adeguatamente alle istanze degli elettori e non per la abilità nel destreggiarsi fra lobby, poteri forti e correnti più o meno organizzate. La proposta non può non prevedere anche l’armonizzazione della attività dei Gruppi parlamentari e dei Gruppi consiliari in tutte le sedi istituzionali, dalle Regioni ai Comuni. Anche perché solo dal confronto e dalla collaborazione nella azione politica potrà nascere quella fusione delle idee che deve precedere la fusione delle strutture se si vuole che il futuro “Rassemblement” rappresenti una svolta per la politica e un motivo di speranza per tutti gli Italiani. Nello Formisano
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