Processo breve: l'ennesima presa in giro

Nelle ultime settimane il tema di scottante attualità è il disegno di legge sul cd. “processo breve”.
Purtroppo ad un primo impatto il ddl altro non sembra che un modo alternativo al Lodo Alfano, già dichiarato incostituzionale dalla Corte e, contro il quale, l’ IdV ha raccolto firme per proporre un referendum abrogativo, per consentire al premier di non essere processato.

Questi i punti, sintetizzando, di maggiore interesse del disegno di legge:
Il processo viene “spalmato”, tra primo grado, appello e Cassazione su sei anni, con una ripartizione di due anni per ogni grado di giudizio. Per intenderci, riferendoci al primo grado di giudizio, passati due anni dal provvedimento con cui il PM esercita l’ azione penale, il processo è dichiarato estinto. Così avviene, analogamente e con lo stesso termine dei due anni decorrente però dalla sentenza del precedente grado di giudizio, per l’ appello e il ricorso in Cassazione. Insomma passati due anni tutti a casa felici e contenti, con una pacca sulla spalla e tante felicitazioni.
La legge trova applicazione esclusivamente nei confronti degli incensurati e, guarda caso, il nostro premier per la legge italiana è a tutti gli effetti un incensurato. Sembra una barzelletta ma non è così.
La legge NON si applica ad alcuni tipi di reato, quale, tra gli altri, l’ immigrazione clandestina. La cosa scandalosa (a dir la verità è già uno scandalo considerare l’ immigrazione clandestina un reato) è che questo reato viene equiparato, nelle eccezioni della fattispecie estintiva del ddl in questione, a reati come quello di terrorismo e di mafia. D’ altronde che il Governo fosse ostaggio della xenofobia leghista non è certo una novità.


Detto questo bisogna fare alcune analisi.
In primis l’ articolo 111 comma 2 della nostra Costituzione prevede il principio della ragionevole durata del processo, principio affermato più volte anche a livello comunitario, cosa che ha portato più volte Strasburgo a condannare lo Stato italiano ad innumerevoli risarcimenti. I processi italiani hanno una durata media che è tre volte la media europea. Un dato assurdo. Nessuno nega, quindi, che l’ esigenza di abbreviare i tempi processuali sia un qualcosa di reale e concreto, che altrettanto realmente e concretamente debba essere affrontato in maniera normativa. Purtroppo, però, non sembra, da più parti, che questo sia il modo con il quale il problema possa essere risolto. Basti vedere cosa ha detto l’ Anm sulla questione.

Allora cosa è realmente questo disegno di legge?
Il ddl sul processo breve è un’offesa al principio costituzionale dell’ uguaglianza di fronte alla legge.
E’ una presa in giro con la quale questo Governo per l’ ennesima volta si beffa della legalità che dovrebbe presiedere allo Stato di Diritto.
E’ una presa in giro perché si è intervenuti per evitare che i processi contro il nostro Presidente del Consiglio lo costringano a dimettersi, non certo per tutelare gli italiani nei confronti della lentezza della giustizia.
E’ una presa in giro con la quale, per l’ ennesima volta, l’ esecutivo fa gli interessi del premier e della sua èlitè.

Non facciamoci ridicolizzare, non subiamo passivamente. Questo ddl calpesta il lavoro di tutti i magistrati onesti e di tutti coloro che, altrettanto onestamente, svolgono il proprio ruolo all’ interno dell’ amministrazione della giustizia e non fa altro che creare un ulteriore vuoto tra i cittadini e i “pochi eletti” che ne trarranno beneficio.

Benedetto Licciardi
vice coordinatore giovani IdV alto casertano
responsabile giovani IdV Teano "Nuovi Orizzonti"

sul tema leggere anche l'articolo di Andrea De Luca cliccando su http://andreainforma.blogspot.com/2009/11/la-fretta-e-il-timore-di-berlusconi-per.html

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Comments

2 Responses to "Processo breve: l'ennesima presa in giro"

mattrama ha detto... 26 novembre 2009 alle ore 10:04

grande Benedetto. Articolo esaustivo, competente ed efficace. Tutta l'Italia bloccata e svergognata sui problemi di un singolo. Eppure adda passà a nuttata.

Sul tema consiglio di leggere anche l'articolo di Andre De Luca cliccando su http://andreainforma.blogspot.com/2009/11/la-fretta-e-il-timore-di-berlusconi-per.html

Emilio Iannotta

Andrea De Luca ha detto... 26 novembre 2009 alle ore 16:13

concordo totalmente

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