L'intransigenza dell'Italia dei Valori

Ho pubblicato nel post precedente l'articolo di Giuseppe D'Avanzo, dal titolo "Il coltello del potere", pubblicato oggi su "Repubblica". In tale articolo viene affrontato il tema centrale del potere mediatico, (direi anzi dell'abuso di potere) utilizzato a fini intimidatori e denigratori. Dopo le minacce ai giornalisti e alle testate, che si permettono di porre domande; alla Chiesa (nella persona del direttore di Avvenire Boffo), che si permette di condannare i comportamenti licenziosi di coloro che hanno l'onore e l'onere di rappresentare le massime Istituzioni e di difenderne il prestigio e l'autorità; alla Commissione Europea, i cui portavoce si permettono di criticare la politica del governo in tema di immigrazione; si è giunti infine all'intimidazione, neanche tanto velata e in puro stile mafioso, dell'alleato scomodo, che, guarda caso, è anche il Presidente della Camera, vale a dire la terza carica dello Stato.
Mi chiedo e vi chiedo:
a) eravamo noi dell'Italia dei Valori pazzi o catastrofisti quando definivamo l'attuale governo xenofobo, razzista, autoritario e illiberale?
b) eravamo dei nullafacenti in cerca di visibilità noi dell'Italia dei Valori quando in più occasioni ( a cominciare dalle raccolte delle firme contro il Lodo Schifani prima e il Lodo Alfano poi) abbiamo sacrificato i nostri impegni e le nostre famiglie per stare nelle piazze a sensibilizzare i cittadini sui rischi di attacco alla Costituzione perpetrata pervicacemente dai governi delle destre?
c) eravamo degli stupidi intransigenti noi dell'Italia dei Valori quando sostenevamo che nel campo dell'informazione non si dovesse scendere a compromessi con le destre, che la RAI dovesse essere liberata dal peso ingombrante e dequalificante dei partiti, che l'autorità di vigilanza dovesse essere guidata realmente ed efficacemente da un parlamentare espresso dall'opposizione? Abbiamo per caso dimenticato la triste vicenda Villari e il vesto posto a Leoluca Orlando? Credete che con Leoluca Orlando a presidente della Commissione di vigilanza sulla RAI si sarebbe potuta perpetrare impunemente la soppressione della puntata di Ballarò a favore dello speciale di Vespa, tutto teso a dimostrare la presunta efficienza del governo? Si sarebbe tollerata senza colpo ferire la strategia del condizionamento e della delegittimazione nei confronti di trasmissioni scomode come Report o Anno Zero?
d) eravamo fuori di testa noi dell'Italia dei Valori quando sostenevamo, soprattutto quando il centrosinistra era al governo, che la madre di tutte le battaglie era una seria legge sul conflitto di interessi?
e) dov'erano e a cosa erano dediti quei giornali, quei politici, quegli intellettuali che oggi denunciano il clima di intimidazione e il killeraggio mediatico quando ad essere sottoposti alla stessa attività di delegittimazione e di intimidazione furono il pool di Milano, Antonio Di Pietro (da magistrato prima e da politico poi), Luigi De Magistris e Clementina Forleo?
f) in tutte queste tristi vicende qual'è stato il ruolo, quali i comportamenti e le determinazioni dei soloni del partito democratico e di coloro che perseguono la politica dei due forni, che si alleano a seconda delle convenienze, che sono convinti che stare al centro significa essere determinanti e che il potere logora chi non lo possiede, come asseriva Andreotti, a cui in fondo si ispirano?

Emilio Iannotta

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Comments

1 Response to "L'intransigenza dell'Italia dei Valori"

Anonimo ha detto... 15 settembre 2009 alle ore 12:12

Carissimo dott. Iannotta,
a tutti gli interrogativi che lei pone, si potrebbe dare un'unica risposta riassunta nell'ormai certezza assoluta che in Italia l'unica vera opposizione a questo governo, è l'Italia dei Valori.
Ma il fatto di essere l'unica opposizione comporta anche una grende responsabilità, e bisogna che si continui su questa strada, decisi. Sulla strada che finora ha portato a raccogliere nel 2009 il quadruplo dei voti del 2006.

Il Presidente del Consiglio ha detto, per quanto riguarda tutta la discussione sulle libertà civili e politiche (di espressione, di informazione, di privacy ecc ecc) nate dopo gli scontri Avvenire-Giornale, Berlusconi-Repubblica e ora anche dopo i casi di Ballarò e Annozero, che in Italia la libertà d'informazione c'è eccome (l'ha denominata libertà di diffamare). Ebbene, come dimenticare l'editto bulgaro, lo stesso Santoro cacciato e reintegrato in Rai solo dopo sentenza, e un certo Daniele Luttazzi?

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